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» Verona col Cuore sul bilancio dell'Hellas Verona: 'Conti a posto, ma il marketing ancora stenta...'
25/11/2019 - Hellas Verona, bilancio al 30 giugno 2019
Da qualche giorno sono a disposizione i bilanci al 30 giugno
2019 dell’Hellas Verona S.p.A. e dell’Hellas Verona Marketing &
Communication s.r.l., tramite i quali verificare, seppur ex post, lo stato di
salute “economico-finanziaria” del nostro Verona.
Con il 30 giugno 2019, si è chiusa la settima stagione della gestione
Setti che dal punto di vista sportivo ha portato alla promozione in B,
seppur passando dai playoff (entusiasmanti, dal nostro punto di vista
personale, che ci hanno permesso di riconciliarci con un campionato durante il
quale abbiamo vissuto momenti di grosso sconforto). Dal punto di vista
economico, la settima stagione dell’era Setti, si chiude per l’Hellas Verona
con un utile d’esercizio di Euro 218.571 a fronte di una perdita
della precedente stagione di Euro 704.959.
Ma cerchiamo di capire meglio come si arriva a questo
risultato.
I ricavi caratteristici (incassi da
“botteghino”) ammontano a Euro 2,5 milioni, segnando una flessione di Euro
1,6 milioni rispetto la precedente stagione. Evidentemente, la B tira molto meno
della A, basti pensare che nell’ultimo campionato il Verona ha avuto 7.674
abbonamenti contro i 10.721 abbonamenti della stagione sportiva
attualmente in corso.
Tra gli altri ricavi,troviamo i contributi in c/esercizio
che per una “neo retrocessa” significa “paracadute”. Si precisa peraltro che “a
decorrere dall’esercizio 2018-2019, le società che usufruiscono del c.d.
paracadute si impegnano a versare alla LNPB una percentuale del 20% di quanto
ricevuto a tale titolo; poiché tale delibera è stata assunta a stagione
iniziata”... il Verona “ha ottenuto la riduzione a Euro 1,15 milioni”.
Proseguendo nell’analisi degli altri ricavi, si notano
proventi da sponsorizzazioni per Euro 1,950 milioni (sponsor ufficiali e
Macron), in aumento rispetto a Euro 1,2 milioni della stagione
precedente. Buon segnale.
Ancora, i ricavi da cessione diritti audiovisivi e mutualità
ammontano ad Euro 6 milioni (Euro 28,9 milioni nel 2017-2018, in A): flessione
inevitabile.
I ricavi legati alla “gestione” dei calciatori comprendono
ricavi per cessioni temporanee per Euro 475 migliaia, plusvalenze da
cessione giocatori per Euro 5,4 milioni e altri proventi da
gestione calciatori per Euro 3,5 milioni.
Nel soffermarci su questa voce, vogliamo far notare che le
plusvalenze del nostro Verona, poca cosa rispetto ai bilanci di altre società,
riguardano Fares (Euro 2,6 milioni)e Valoti (Euro 2,5 milioni) entrambi ceduti
alla SPAL Ferrara. Altre minori plusvalenze riguardano Caracciolo (Euro 0,1
milioni) e Souprayen (Euro 0,2milioni).
Si evidenziano anche gli Altri proventi da gestioni
calciatori, come detto pari a Euro 3,5 milioni,che riguardano premi di
rendimento e valorizzazione maturati dalla Società per quasi Euro 2
milioni (purtroppo non è disponibile un dettaglio) e a contributi di
solidarietà verso Società terze per trasferimenti in ambito internazionale
per Euro 1,5 milioni (tra cui Jorginho Frello per Euro 1,4
milioni, altri piccoli importi per Gollini, Behrami e Iturbe). Tale “sorpresa”
potrebbe manifestarsi anche in futuro se qualche nostro ex giocatore dovesse
essere ceduto all’estero, anche se le cifre relative alla cessione diJ orginho
Frello al Chelsea sono difficili da raggiungere.
Fin qui i ricavi. Passiamo brevemente ai costi evidenziando
come il costo del personale si sia assestato a fine stagione a Euro 21
milioni di cui Euro 20 milioni per tesserati (Euro 26,3 milioni nel
2017-2018). Peraltro, il costo del personale è influenzato da compensi
variabili legati ai risultati sportivi per circa Euro 2,5 milioni, segno che in
caso di mancata promozione la riduzione del costo dei tesserati sarebbe stata
più elevata.
Sull’esercizio hanno inoltre pesato il contributo alla
Lega B di Euro 3 milioni dovuto dalle promosse in A, costi per acquisizione
temporanea di giocatori per Euro 954 migliaia (Euro 28 migliaia nell’anno
precedente), tra cui Samuel Di Carmine per Euro 400 migliaia, premi di
rendimento per Euro 1.475 migliaia (collegati per Euro 940 migliaia alla
promozione in A e per Euro 535 migliaia alla disputa di gare ufficiali di Lee
Seung Woo). A proposito, la cessione di Lee ha permesso la realizzazione di una
plusvalenza di Euro 950 migliaia, rilevata nell’esercizio in corso.
Dal punto di vista economico si evidenzia comunque un’estrema
attenzione al contenimento dei costi, politica che prosegue anche per la
stagione in corso come evidenziato anche nella relazione sulla gestione.
Da un punto di vista patrimoniale finanziario ci
preme evidenziare alcuni aspetti rilevanti. Il valore contabile dei
giocatori di proprietà ammonta complessivamente ad Euro 8,9 milioni, tra cui
Euro 2,46 milioni per Dawidovicz, Euro 1,5 milioni per Samuel Di
Carmine, Euro 974 migliaia per Ragusa (peraltro già entrati in
ammortamento), Euro 701 migliaia per il giovane Franchetti (contratto
risolto nel luglio 2019).
Proseguendo nell’analisi dello stato patrimoniale, troviamo
come il Verona abbia fatto anche investimenti nell’esercizio appena concluso,
per Euro 1,4 milioni circa(gran parte legati alla nuova sede di via Olanda), e
nell’acquisto dell'11% residuo di HVMC per Euro 1,2 milioni (acquisto di cui
abbiamo in passato già dato notizia).
I crediti verso HVMC, per la cessione del marchio avvenuta
nel 2013, ammontano a Euro 10 milioni, in riduzione rispetto allo scorso
esercizio (Euro 12 milioni). Per tali crediti è “in via di definizione il piano
di ammortamento del debito della controllata”.
I crediti verso altri derivanti dalla cessione di giocatori
ammontano ad Euro 8,5 milioni, di cui Euro 6,6 milioni verso la SPAL (per
Fares, Valoti e Viviani). Al tempo stesso, vi sono debiti per acquisti
giocatori per Euro 8,6 milioni, segno che le operazioni di mercato sono fatte
sulla base di quanto si riesce a incassare dalle cessioni. Tra i debiti
principali, Euro 2 milioni verso il Perugia (Di Carmine), Euro 1.050 milioni
verso il Sassuolo (Ragusa), Euro 3,2 milioni verso il Benfica (Dawidowicz).
Dalla lettura del bilancio non emergono ritardi nel
pagamento di imposte, ritenute e contributi previdenziali. I debiti verso
i giocatori, in aumento rispetto la scorsa stagione per effetto dei premi
legati al raggiungimento della A, sono saldati nei mesi successivi.
L’indebitamento è complessivamente pari a circa Euro 6 milioni, in aumento
rispetto l’esercizio precedente dove però si deve tener conto che il Verona
aveva ricevuto l’anticipazione di Euro 10 milioni del paracadute.
Unico elemento da monitorare è l’incremento dei debiti verso
fornitori (Euro 3,1 milioni a fronte di Euro 1,2 milioni).
Per quanto riguarda i rapporti con il Comune di Verona,
il Verona deve circa Euro 2,7 milioni da cui detrarre l’importo speso per
lavori straordinari effettuati sull’impianto sportivo del Bentegodi. È in corso
una CTU per definire le rispettive posizioni creditorie / debitorie.
Ne emerge un quadro sostanzialmente positivo e prudente,
certo che non lascia sperare in colpi da top player ma che permettono forse di
guardare al futuro con maggiore serenità, anche se lo sviluppo del nostro
Verona passa sempre dai risultati sportivi e da eventuali operazioni sul
mercato che possano permettere l’afflusso di risorse da investire.
Qualche ombra invece deriva ancora dal bilancio di HVMC, che
chiude con una perdita di Euro 857 migliaia (perdita di Euro 389
migliaia nel 2017-2018). Ritorneremo per i dettagli, in questo momento ci preme
sottolineare come la B ma anche la pesante contestazione alla proprietà della
scorsa stagione si possono misurare in una riduzione dei ricavi di HVMC di
circa Euro 1,5 milioni.
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